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Visualizzazione dei post da febbraio, 2021

L' Etna, la porta dell'inferno

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  ...In quest’isola c’è anche il monte Etna, detto comunemente Mongibello, e altri vulcani che bruciano sempre. Ci sono in particolare sette zone che bruciano gettando fiamme di diversi colori: dal cambiamento di quelle fiamme la gente del posto capisce se vi sarà carestia o abbondanza, freddo o caldo, umido o secco, o qualsiasi altra maniera in cui il tempo si comporterà. Dall’Italia a questi vulcani non ci sono che 25 miglia, e si dice che essi siano le porte dell’inferno. John Mandeville XIV sec.

Con spaventosi tremiti l'Etna rimbomba...

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  Sin dall’antichità non ha smesso di stupire , incantare ed anche terrorizzare.…la nostra Etna. Così appare ad Enea nell’Eneide di Virgilio   Tre volte gli scogli tuonarono fra    le rupi corrose: tre volte scagliarsi la schiuma,    grondar le stelle vedemmo. Intanto, stanchi, il vento col sole    ci lascia: ignari dei luoghi, le spiagge    dei Ciclopi prendiamo. Il porto, al riparo dei venti, è placido    e grande; ma sopra con spaventosi tremiti l’Etna    rimbomba, e a tratti vomita, nera, all’aria    una nuvola vortici densi e accese faville fumante, e alza globi di fiamme e le stelle    lambisce. Virgilio 27-25 a.C.    

L'isola plurale

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  L’Isola Plurale Dicono gli atlanti che la Sicilia è un’ isola e sarà vero, gli atlanti sono libri d’onore. Sia avrebbe però voglia di dubitarne, quando si pensa che che al concetto di isola corrisponde solitamente un grumo compatto di razza e costumi, mentre qui tutto è mischiato, cangiante, contraddittorio, come nel più composito dei continenti. Vero è che le Sicilie sono tante. Vi è la Sicilia verde del carrubo, quella bianca delle saline, quella gialla dello zolfo, quella bionda del miele, quella purpurea della lava.        Vi è una Sicilia “ babba” cioè mite, fino a sembrare stupida; una Sicilia “sperta”, cioè furba dedita alle più utilitarie pratiche della violenza e della frode. Vi è una Sicilia pigra, una frenetica; una che si estenua nell’angoscia della roba, una che recita la vita come un copione di carnevale; una, infine, che si sporge da un crinale di vento in un accesso di abbagliante delirio… Gesualdo Bufalino,   op.cit  ...

Terra di pastai e pasticceri la Sicilia...

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Renato Guttusu, La vucceria di Palermo   Terra di pastai e pasticceri la Sicilia. Perché qui l’alimentazione si connette per mille tramiti al gioco e alla festa, il rito del mangiare si articola secondo dimensioni che non si esita a chiamare teatrali….   Si potesse, ma è purtroppo soltanto una scherzosa ipotesi trimalcionesca- comporre per un unico pasto di ciclope un menù che comprendesse tutte nessuna esclusa, le sublimità della cucina isolana…Si potesse, senza morirne, gustare uno dopo l’altro, dagli stuzzichini alla frutta, i piatti e intingoli ecellenti d’ogni nostra contrada,   cominciare dai maccheroni con le sarde a finire con i dolci detti” minni di virgini"   ( seni di vergine). Intercalando fa gli uni e gli altri cento diverse portate di paradiso, come il “cuscusu” trapanese, il pesce spada messinese   “alla ghiotta”, la costata di maiale chiara montana..   Innaffiando il tutto con generose bottiglie di moscato di Pantelleria, di C...

Una triangolare arca di sasso...un grande corpo vibrante

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  Gesualdo Bufalino insieme a Leonardo Sciascia e Vincenzo Consolo Un grande corpo pulsante…scheletro immane… una triangolare arca di sasso…così descrive la Sicilia lo scrittore Gesualdo Bufalino Provate a raffigurarvi la Sicilia come un grande corpo che affiora dalle onde. Un corpo cioè una struttura. Con ossa, muscoli e nervi. Con anfratti, valli, vene d’acqua, il folto pelame dei boschi. Una compagine di escrescenze montuose, fra le quali una eccelle gonfia di magma.. Su questo scheletro immane, su questa triangolare arca di sasso, posta a galleggiare nel mare più fatale e glorioso del mondo, immaginate lungo il corso dei secoli il fitto, vivo, drammatico formicolio della presenza umana: uomini dal sangue fervido e facinoroso, dalla fantasia mobile, sofistica e creatrice, sensibili come mai nessun’altra gente alle ambiguità della luce, allo splendore sfolgorante del sole e alla sua funebre ombra; uomini dalle mani dure e dolci, pronti alla carezza ed alla forza, illanguiditi t...

La Sicilia nei diari dei grandi viaggiatori....

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  Sembra incredibile che in un passato non lontanissimo e per qualche secolo la Sicilia, situata nel cuore del Mediterraneo e a distanza così breve dal continente, sia scomparsa dall’orizzonte culturale europeo e sia rimasta immersa in una nebbia di vecchi miti per lo più negativi. Nel 1765, secolo che fu detto dei Lumi, proprio per il desiderio di illuminare l’ignoranza dei secoli passati, la grande Encyclopédie di Diderot e D’Alambert affermava  tranquillamente , parlando di Palermo,  che la città non esisteva più perché era stata distrutta da un terremoto. E non più di cento anni dopo  uno scrittore famoso come Guy de Maupassant  rivelava che “ in Francia si è convinti che la Sicilia sia un paese selvaggio, difficile e pericoloso.” Ma nel frattempo,  a contraddire queste affermazioni fuorvianti e frettolose , la Sicilia aveva accolto e incantato personaggi  d’eccezione e famosi che erano rimasti incantati e descritto le sue bellezze. Goethe , che p...